AI e PMI, tra incertezze e opportunità
AI e PMI, tra incertezze e opportunità
Oggi incontriamo Andrea Soncin, co-founder e Innovation Manager di Opportunity. In azienda, il suo ruolo insieme è costruire ponti tra il presente e il futuro: dalle partnership strategiche ai progetti di ricerca e sviluppo, dalle collaborazioni con università ai rapporti con partner tecnologici.
La sua passione? Far crescere Opportunity trasformando il nostro CRM in qualcosa di più di un semplice prodotto: uno strumento strategico, potenziato dall’intelligenza artificiale ma pensato per essere concreto, adattabile e davvero utile alle PMI locali.
In questa intervista, approfondiamo il tema del rapporto tra Intelligenza Artificiale e PMI tra opportunità di utilizzo e incertezze sulle ricadute concrete nelle attività operative quotidiane all’interno delle aziende italiane. E di quale sia la strada giusta da intraprendere per seguire l’onda dell’innovazione e accelerare davvero il proprio business.
D: Perché oggi c’è così tanta incertezza sull’adozione dell’AI nelle PMI e tra i professionisti?
R: Perché non si tratta solo di “provare una nuova tecnologia”, ma di riuscire a integrarla e renderla davvero utile e sostenibile per il proprio lavoro. L’AI porta con sé opportunità enormi, ma anche dubbi e sfide molto concrete.

D: Quali sono le principali fonti di disorientamento per le piccole imprese?
R: La velocità. Ogni giorno si annunciano soluzioni che promettono di rivoluzionare la produttività. Ma le domande rimangono sempre le stesse: quale tecnologia è davvero efficace? Come si integra con i sistemi già presenti? E soprattutto, come si evita di spendere troppo senza ottenere risultati concreti?
D: Oltre al bombardamento di novità, quali altre difficoltà riscontrano le PMI?
R: Tre in particolare:
- Competenze – la metà delle imprese lamenta la mancanza di figure capaci di guidarle nell’implementazione dell’AI.
- Costi – percepiti come elevati, soprattutto da chi non ha un reparto IT interno e deve affidarsi a partner esterni.
- Integrazione – i vecchi gestionali spesso non sono compatibili con le nuove piattaforme AI e servono investimenti importanti per adattare i processi.
D: In cosa le PMI si differenziano dalle grandi aziende nell’approccio all’AI?
R: Le grandi aziende possono investire in team di innovazione e Proof of Concept. Le PMI, invece, si trovano spesso a dover “credere sulla parola” ai fornitori, rischiando di fare scelte poco oculate o non personalizzate.
D: Qual è allora la vera bussola per orientarsi?
R: È cambiare mentalità. Non vedere l’AI come una moda, ma come uno strumento che deve portare valore concreto e misurabile. Questo significa:
- standardizzare i processi,
- adottare un approccio graduale e strategico,
- investire nella formazione, anche di base,
- scegliere con cura il partner tecnologico.
D: E le associazioni di categoria stanno giocando un ruolo?
R: Assolutamente sì. Sempre più associazioni offrono corsi e supporto per orientarsi tra le offerte. Ma il vero salto avviene quando le aziende stesse imparano a valutare l’AI con criteri di utilità, adattabilità e sostenibilità, anche economica.
D: In conclusione, qual è la prospettiva giusta per le PMI?
R: L’innovazione non è un traguardo, ma un percorso. Per PMI e professionisti, l’AI diventa una vera opportunità solo se adottata con consapevolezza: un passo alla volta, in modo modulare, flessibile e sostenibile. Il rischio di smarrirsi esiste, ma si riduce se si procede gradualmente e con i giusti partner al proprio fianco.
Ringraziamo Andrea per aver condiviso la sua opinione su AI e mondo delle PMI. Continuate a seguirci per altre interviste sul mondo tech e innovazione.
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